Mostra dal 20/5 al 10/6 a Toppo di Travesio

domenica 20 maggio 2012 Di Pietro Tessaro  | Categoria : eventi

Tag : mostra / Toppo / Tiberio Giurissevich / Villa Conti Toppo / Arcometa / inFondazione /

 

Dal 20 maggio al 10 giugno 2012 nella sede di Arcometa (consorzio turistico fra le pro loco dello spilimberghese), presso la Villa Conti Toppo a Toppo di Travesio (PN) sarà allestita la mostra congiunta delle creazioni in rame di Pietro Tessaro e di Tiberio Giurissevich con le sue opere pittoriche.

In occasione di questa mostra Pietro Tessaro esporrà le sue ultimi creazioni realizzate utilizzando la tecnica mista di lavorazione a traforo.

Gli orari

Martedì, giovedì, venerdì dalle ore 9.00 alle 12.00

Mercoledì dalle ore 14.30 alle 18.00

Sabato dalle ore 9.00 alle 12.00 - 14.30 alle 18.00

Domenica dalle ore 10.00 alle 12.00 - 14.30 alle 18.00

I dettagli su: inFondazione

La recensione delle opere a cura di Paolo Venti

"Forse per la serie di oggettini di dubbio gusto che affollano certe fiere sono arrivato un po’ prevenuto nel laboratorio di Pietro Tessaro. Ma già davanti alla prima opera, una composizione di bagnanti sulla spiaggia, corpi veri, in rilievo, vivi nel rame, ho dovuto rimangiarmi una certa sicumera e a guardare con maggior umiltà. Qui non sono fiori prevedibili e un po’ scontati: qui è la ricerca di un dominio pieno sul metallo, lo sforzo di ricavare una terza dimensione incredibile per profondità e ricchezza di prospettiva. Opera dopo opera ho sciolto le mie riserve, ho chiesto, imparato, apprezzato. La maestria tecnica intanto: perché se è vero che il rame è duttile è anche vero che batterlo e piegarlo in questa maniera costringe a studiare con attenzione ogni successione del lavoro. Sono riaffiorati via via alla mia mente certi lavori antichi, certe placche d’oro, d’argento, o proprio di rame, che tre quattro mila anni fa decoravano vestiti di nobili, oggi si fanno ammirare di qualche museo. A volte sono capolavori d’arte assoluti (penso alle coppe di Vaphiò o alla maschera di Agamennone) e solo una curiosa congiuntura ha finito per relegarle al livello di artigianato. Le possibilità sono notevoli e Tessaro le maneggia tutte con maestria: la brunitura delle superfici, l’uso di mordenti, la lucidatura. Opera dopo opera ho ricollegato questo lavoro paziente a tante altre situazioni: i nostri soldati che durante le campagne militari sbalzavano fiori e animali sui bossoli di ottone, oppure il grande lavoro che da secoli accompagna la produzione delle icone. Ma del lavoro di Tessaro impressiona soprattutto la novità dei soggetti, lo sforzo di emanciparsi da certo folklorismo un po’ deleterio. Il mercato ha le sue esigenze, ma non mancano sperimentazioni interessanti, moderne, o incursioni nell’astratto. E’ un settore che credo ancora abbastanza inesplorato, che potrebbe dar luogo a interessanti soluzioni, e su questa strada invito l’artista a proseguire. Godiamo intanto la maestosità, anche dimensionale, di certe composizioni, o l’uso sapiente della tecnica del “forato” da cui sortiscono trame suggestive che riescono a rendere incredibilmente leggere le rigidità del metallo. Il rame della lastra, un po’ come il bronzo per la scultura, contribuisce a fissare le cose in una loro immobilità ieratica, proiettandole con i pochi dettagli che il cesello consente, in un tempo eterno, dove nessun colore sbiadirà né la ruggine avrà il potere di cancellare."

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